Fuori Dalla Nazionale

Non è una notizia congernente esclusivamente il mondo dello sport bensi' una questione politica!
Titola" Repubblica" :"Paola Egonu lascia l'Italvolley stanca del razzismo"
In prima pagina spicca l'immaggine dell'atleta ma bisogna inoltrarsi  sino a pag.42 ovvero la pagina 
sportiva per poter leggere la vicenda che ha coinvolto Egonu che puo' vantare di uscire dal 
mondiale come "best attacker"( 244 ) punti.Un'eccellenza italiana un riconoscimento ed un vanto 
tutto italico oppure NO ?
"E' stata la mia ultima gara in azzurro ha chiosato l'atleta con uno sfogo rivolto al proprio manager 
Raguzzoni".
Lacrime amare versate sul bronzo mondiale (Italia-U.S.A. 3-0) le lacrime di un paese che trionfa sul
campo da gioco e perde miseramente sul terreno della civiltà.Le lancette della storia vegono 
riportate indietro ancora una volta,l'ennesima discriminazione,l'ennesima ingiustizia il solito 
RAZZISMO degli "italiani brava gente". 
23 anni ,grande talento ,un ruolo apicale ,la pelle nera e la canotta azzurra; un facile bersaglio.
Un simbolo da abbattere ad ogni costo.
Ai mondiali di Volley disputati in Olanda le hanno chiesto addirittura "Se fosse italiana".
Ebbene si "Non mi sento italiano" avrebbe tuonato Gaber
"Mi chiedo perchè con la maglia della nazionale debba rappresentare persone del genere"
ha tuonato Paola Egonu nell'intervista rilasciata all'inviato di Repubblica Mattia Chiusano.
Nata a Cittadella (Padova) l'atleta ora vola in Turchia, a giocare per il Valkifbank.Federazione e 
Coni faranno di tutto per riportarla in Italia (si legge nello stesso articolo)ma il punto è che non si 
tratta di "riscattare un cartellino".Questo paese deve cambiare,fare i conti con la propria 
storia;rimanendo in ambito sportivo ma neanche troppo deve chiudere la sua "partita" identitaria.
L'identità di un paese non puo' fondaarsi sulla discriminazione bensì nel suo opposto l'inclusione,nel
senso di comunità.La coesione è possibile solo sulla base di valori condivisi;tali valori furono 
sanciti in forma solenne nella Costituzione dai Padri  e dalle Madri costituenti, come ha ricordato la 
senatrice Lilliana Segre nel suo discorso, in particolare citando l'art.3.La nostra 
Repubblica,democratica,laica,antifascista e conseguentemente antirazzista ed incentrata sui temi 
sociali,del lavoro ad oggi vive l'oblio della "cancel-culture" della memoria storica.Se non vi è 
coesione, se non vi è unità, se non vi è un sistema di valori condivisi e se la Costituzione è solo 
formale; ebbene non vi sarà ne patria ne popolo.Pertanto traendo le conclusioni: E' inaccettabile 
udire la dichiarazione di una nostra atleta,una nostra concittadina "Suonava l'inno e piangevo dal 
dolore".Piangere dal dolore, questo a mio avviso è il sincero patriottismo,soffrire per uno spirito di 
appartenenza,versare lacrime per il mancato riconoscimento di essere considerati come gli altri. 
Pertanto ritenevo doveroso porre l'accento sulla valenza politica della faccenda.Spero che giunga un
giorno nel futuro in cui potremmo sbarazzarci di questa onta becera di arretratezza culturale, di 
questa escrescenza, appannaggio del ventennio.Così che i veri patrioti torneranno finalmente al loro
posto e la costituzione non solo sia salvaguardata ma progressivamente applicata.Da italiani 
abbiamo fatto la resistenza ora facciamo la rivoluzione.

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